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Documenti, 13/2017, 01/07/2017, pag. 385

Non amiamo a parole ma con i fatti

Messaggio per la I Giornata mondiale dei poveri

Francesco

«Non pensiamo ai poveri solo come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana, o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza. Queste esperienze, pur valide e utili a sensibilizzare alle necessità di tanti fratelli e alle ingiustizie che spesso ne sono causa, dovrebbero introdurre a un vero incontro con i poveri e dare luogo a una condivisione che diventi stile di vita». L’opzione preferenziale per i poveri, tema teologico di spicco soprattutto nell’esperienza ecclesiale latinoamericana, assume un posto di primo piano nel pontificato bergogliano. In stretta correlazione con il Giubileo della misericordia celebrato nel 2016, alla sua conclusione con la lettera Misericordia et misera papa Francesco aveva istituito la Giornata mondiale dei poveri – «che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa… non potrà esserci giustizia né pace sociale» (n. 21; Regno-doc. 21,2016,658) –, collocandola nell’ultima domenica dell’anno liturgico. Il 13 giugno ha quindi pubblicato il Messaggio per la I Giornata mondiale dei poveri, che ricorrerà quest’anno il 19 novembre, intitolandolo «Non amiamo a parole ma con i fatti».

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Il 10 febbraio papa Francesco ha scritto una lettera alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, pubblicata poi il giorno successivo. Il tema riguarda le «deportazioni di massa» che la nuova amministrazione Trump ha già attivato, mobilitando l’esercito (cf. anche Regno-att. 4,2025,70 e 106). La lettera invita i vescovi a resistere al provvedimento. Si tratta di fatto di una rottura tra Roma e Washington che non ha precedenti. Il papa esorta «tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».

Il giorno stesso i vescovi degli Stati Uniti hanno risposto al papa per bocca del presidente della Conferenza dei vescovi cattolici, l’ordinario militare mons. Timothy Broglio (cf. riquadro a p. 130).