La povertà idrica è donna
Agnes Abuom, moderatrice del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese
Nell’ambito di una serie di riflessioni pubblicate dalla Rete ecumenica per l’acqua (EWN) del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) nel corso della quaresima, è intervenuta anche l’anglicana Agnes Abuom, prima donna e prima africana ad avere la carica di moderatrice del Consiglio ecumenico delle Chiese, con una riflessione su Femminilizzazione della povertà idrica in Africa: riflessioni di una donna africana. «La femminilizzazione della povertà idrica... può essere definita come un fenomeno per cui le donne sperimentano la povertà idrica in percentuali sproporzionatamente più elevate in confronto agli uomini».
Oltre a sottolineare il circolo vizioso tra scarsità d’acqua, povertà e sottosviluppo che colpisce in particolare le donne, Agnes Abuom richiama drammaticamente l’attenzione sulla grave siccità che sta colpendo l’Africa subsahariana e che mette a repentaglio migliaia di vite, e ricorda ai governanti africani le loro responsabilità: «Le Nazioni Unite tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile riconoscono l’importanza di ridurre il numero di persone senza accesso sostenibile all’acqua potabile e ai servizi igienici. I paesi e i governi africani devono fare di più per ridurre la povertà idrica».
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