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Documenti, 1/2017, 01/01/2017, pag. 12

La riforma della curia romana

Discorso alla curia romana per la presentazione degli auguri natalizi

Francesco

«Ho scelto come argomento di questo nostro incontro annuale la riforma della curia romana. Mi è sembrato giusto e opportuno condividere con voi il quadro della riforma, evidenziando i criteri-guida, i passi compiuti, ma soprattutto la logica del perché di ogni passo realizzato e di ciò che verrà compiuto». In occasione della presentazione, il 22 dicembre, degli auguri natalizi ai cardinali, superiori, officiali, rappresentanti pontifici e collaboratori nelle nunziature sparse nel mondo, Francesco ha voluto rendere partecipi i presenti del percorso di riforma della curia romana avviato sin dall’inizio del pontificato, illustrando i passi compiuti e le prospettive di sviluppo futuro. Il papa ha sottolineato come, in tutti i processi di riforma autentici, s’incontrino delle resistenze, che sono un buon segno, perché stanno a significare che il corpo è vivo; ma occorre distinguere «le resistenze aperte, che nascono spesso dalla buona volontà e dal dialogo sincero; le resistenze nascoste, che nascono dai cuori impauriti o impietriti… le resistenze malevole, che germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive».

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Francesco

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Il focus del viaggio è stato il rapporto con l’islam, soprattutto in Indonesia, dove nell’ex capitale Giacarta si è svolto il momento forse più simbolico dell’intero viaggio, con la celebrazione interreligiosa nella moschea più grande del Sud-est asiatico insieme ai rappresentanti di tutte le fedi riconosciute dallo Stato.

Durante tutti gli incontri papa Francesco ha sottolineato il valore dell’unità nella diversità (che è anche il motto nazionale dell’Indonesia) e dell’armonia delle differenze: «L’armonia nel rispetto delle diversità si raggiunge quando ogni visione particolare tiene conto delle necessità comuni e quando ogni gruppo etnico e confessione religiosa agiscono in spirito di fraternità, perseguendo il nobile fine di servire il bene di tutti. La consapevolezza di partecipare a una storia condivisa, nella quale ciascuno porta il proprio contributo e dove è fondamentale la solidarietà di ogni parte verso il tutto, aiuta a individuare le giuste soluzioni, a evitare l’esasperazione dei contrasti e a trasformare la contrapposizione in fattiva collaborazione» (Giacarta, 4 settembre).

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