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Documenti, 1/2017, 01/01/2017, pag. 26

Eucaristia e città degli uomini

Lettera di mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e linee guida per il Congresso eucaristico diocesano

Mons. Matteo Maria Zuppi

«Proprio noi possiamo dare da mangiare se, come Gesù, non restiamo distanti dalla condizione difficile degli altri». Questo è l’obiettivo che vuole raggiungere l’arcidiocesi di Bologna, «con un cammino sinodale che coinvolga tutte le comunità cristiane, riunite attorno al Signore, ma che hanno sempre l’orizzonte sconfinato della folla alla quale Gesù vuole dare da mangiare». Lo afferma la Lettera dell’arcivescovo, mons. Matteo Maria Zuppi, che inaugura il Congresso eucaristico diocesano dal tema «“Voi stessi date loro da mangiare”. Eucaristia e città degli uomini», che si celebra dal 13 novembre 2016 all’8 ottobre 2017, prendendo avvio contestualmente alla chiusura dell’Anno santo straordinario della misericordia. La comunità diocesana è chiamata a un confronto sinodale sull’Evangelii gaudium da realizzarsi in quattro tappe, per capire le linee su cui camminare nei prossimi nove anni. «Camminiamo assieme, sinodalmente, verso Gesù eucaristia e povero, per andare verso la folla dove lui ci manda… Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio».

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Documenti, 2018-17

Il capitolo 8 dell’Amoris laetitia

Mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna; vescovi dell’Emilia Romagna

Nelle Chiese locali italiane prosegue la recezione dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (2016), che ha raccolto i frutti delle Assemblee sinodali del 2014 e 2015 sulla famiglia. Molte diocesi e alcune conferenze episcopali regionali (Campania, Regno-doc. 7,2017,2014; Piemonte, Regno-doc. 5,2018,175; Emilia Romagna; Lombardia; Sicilia) in questi due anni hanno elaborato delle applicazioni del documento, e il 26 luglio sono state emanate le Indicazioni per la recezione del c. VIII di Amoris laetitia. Accompagnare, discernere, integrare dell’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. Esse contengono in appendice le linee guida della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna (che portano lo stesso titolo; qui a p. 551) e i Criteri fondamentali per l’applicazione del c. VIII di Amoris laetitia dei vescovi della Regione pastorale di Buenos Aires, insieme alla lettera di risposta di papa Francesco (Regno-doc. 21,2016,676s). Secondo l’arcivescovo di Bologna «si tratta di realizzare una vera conversione pastorale e missionaria per accogliere tanti che si sono allontanati in questi ultimi anni e aiutare a scoprire o a riscoprire la gioia di seguire il Vangelo… Questo non significa affatto confondere o adattare la verità, quanto piuttosto non scinderla mai dall’amore. Affermare la verità senza amore ne snatura l’essenza stessa e ha contribuito ad allontanare tanti, credendo sufficiente una prassi di condanna e, all’opposto, specularmente un’accondiscendenza senza alcun itinerario e consapevolezza».

Documenti, 2017-19

Non ci ardeva forse il cuore?

Lettera pastorale dell'arcivescovo di Bologna

Mons. Matteo Maria Zuppi

Dopo che il X Congresso eucaristico diocesano è culminato con la visita di papa Francesco a Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi ha presentato la sua prima lettera pastorale intitolata Non ci ardeva forse il cuore? il 4 ottobre scorso, festa di San Petronio, patrono della città. Tre le priorità pastorali – eucaristia, Parola e carità –, alle quali s’aggiunge l’apertura di un percorso di riflessione sulla struttura della diocesi (cf. anche Regno-att. 18,2017,523). L’eucaristia, a ribadire, dopo l’anno di riflessione che vi è stato dedicato, che essa è il luogo in cui la Chiesa vive il suo essere nella «città degli uomini», il suo farsi storia. La Parola, come scuola alla quale invitare nuovamente tutta la comunità ecclesiale, tenendo come guida l’icona dei discepoli di Emmaus. La carità, per farsi carico delle tante «solitudini» che a Bologna vanno aumentando: non solo povertà materiale, quindi, ma anche spirituale e umana. Infine il ripensamento – solamente abbozzato – del profilo della diocesi a partire da una prospettiva «missionaria». Esso riguarderà le zone pastorali, l’istituzione di «diaconie» non territoriali, la modifica degli attuali vicariati.