Proseguire il cammino di pace e di sviluppo
Viaggio apostolico in Georgia e Azerbaigian
«Dio, e la storia stessa, ci domanderanno se ci siamo spesi oggi per la pace; già ce lo chiedono in modo accorato le giovani generazioni, che sognano un futuro diverso». Il viaggio apostolico compiuto dal papa dal 30 settembre al 2 ottobre in Georgia e Azerbaigian, due paesi della conflittuale regione caucasica, ricambia le visite dei rispettivi presidenti ricevuti in Vaticano nel marzo (Ilham Aliyev, Azerbaigian) e nell’aprile 2015 (Giorgi Margvelashvili, Georgia). È stata l’occasione per la Santa Sede per consolidare i rapporti sia con le autorità politiche, sia con le Chiese ortodosse, sia con le altre comunità religiose, in particolare musulmane, e per contribuire alla pacificazione di un’area cruciale per tutto il Caucaso e per l’intero quadrante geopolitico eurasiatico. Con un ulteriore appello contro la giustificazione religiosa della violenza: «Perché Dio non può essere invocato per interessi di parte e per fini egoistici, non può giustificare alcuna forma di fondamentalismo, imperialismo o colonialismo. Ancora una volta, da questo luogo così significativo, sale il grido accorato: mai più violenza in nome di Dio! Che il suo santo nome sia adorato, non profanato e mercanteggiato dagli odi e dalle contrapposizioni umane».
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