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Documenti, 15/2016, 01/09/2016, pag. 457

Misericordia verso il creato

Messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato

Francesco

Come avvenne nel Giubileo del 2000, quando Giovanni Paolo II invitò i cattolici a fare ammenda per l’intolleranza religiosa passata e presente, e per le ingiustizie commesse verso gli ebrei, le donne, i popoli indigeni, gli immigrati, i poveri e i nascituri, «in questo Giubileo straordinario della misericordia invito ciascuno a fare altrettanto. Come singoli, ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un “desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno”, e come partecipi di un sistema “che ha imposto la logica del profitto a ogni costo, senza pensare all’esclusione sociale o alla distruzione della natura”, pentiamoci del male che stiamo facendo alla nostra casa comune». Dopo aver istituito, nel 2015, la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, papa Francesco nel suo messaggio dal titolo Usiamo misericordia verso la nostra casa comune, pubblicato il 1° settembre in occasione della Giornata stessa, allinea la Chiesa cattolica alla pratica spirituale delle altre confessioni cristiane – in particolare gli ortodossi – e ricomprende il tema ecologico all’interno del Giubileo della misericordia. Aggiungendo un’ottava opera di misericordia spirituale e corporale al tradizionale elenco: la cura della casa comune.

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Francesco Pieri

Con il titolo «La Bibbia per la riforma della Chiesa» si è svolto nei giorni 12 e 13 marzo scorsi il XVIII convegno annuale della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna (FTER), a cura del Dipartimento di storia della teologia. Nel corso delle 3 sessioni sono intervenuti alcuni docenti della Facoltà, affiancati da altri relatori italiani e stranieri, il cui impegno ha consentito all’evento di mantenere un buon livello nelle diverse relazioni e nella discussione con i numerosi partecipanti.

 

Attualità, 2024-8

L’umorismo della Lettera
 agli Ebrei

Battezzati, battezzate,
ministero e sacerdozio

Francesco Rossi De Gasperis SJ

Una «cosa sono i ministeri o uffici ecclesiali (come il presbiterato o l’episcopato), che la Chiesa contingentemente affida ad alcuni fedeli, mediante il sacramento dell’ordine (imponendo loro le mani), e altra cosa è il sacerdozio, che il Nuovo Testamento riconosce proprio esclusivamente di Gesù risorto, al quale l’insieme dei cristiani (uomini e donne) partecipa per il sacramento del battesimo, senza alcun bisogno di facoltà particolari». Può essere considerato questo il perno della riflessione che qui proponiamo: una rilettura, condotta in libertà, con brillantezza e qualche esplicita annotazione umoristica, della Lettera agli Ebrei, in particolare per considerare criticamente, entro un più ampio ragionamento sul ministero, l’«esclusione programmatica delle donne dal sacerdozio e dalla celebrazione di alcuni segni sacramentali ecclesiali (cresima, eucaristia, remissione dei peccati, unzione degli infermi)». L’autore annota in apertura che si tratta di «riflessioni personali su alcune riforme di dottrina e di linguaggio che mi sembrano scaturire da un’ingenua, ma attenta, lettura del Nuovo Testamento, che rimetto tuttavia interamente al giudizio e all’insegnamento autoritativo della Chiesa, mia madre»; ma è difficile non rilevare, proprio in riferimento alla donna nella Chiesa, la forza delle conclusioni: non c’è altra ordinazione sacerdotale; le donne sono già sacerdoti.

 

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Il papa: collaborazione tra curia romana e Sinodo

Francesco

Il 17 febbraio è stato pubblicato un Chirografo del santo padre Francesco sulla collaborazione tra i dicasteri della curia romana e la Segreteria generale del Sinodo, datato 16 febbraio (www.vatican.va).