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Documenti, 15/2016, 01/09/2016, pag. 495

50 anni, per un rinnovamento missionario

All'apertura della 107° Assemblea generale della Conferenza episcopale spagnola

Card. Ricardo Blazquez Perez

L’Assemblea generale della Conferenza episcopale spagnola, che si è tenuta a Madrid dal 18 al 22 aprile, ha avuto come tema principale la celebrazione dei 50 anni della propria fondazione, avvenuta il 1° marzo 1966, subito dopo la chiusura del concilio Vaticano II. Ed è stata l’occasione, per il presidente della Conferenza stessa, il card. Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid, per sintetizzare il cammino della Chiesa cattolica spagnola nel postconcilio: «Il Concilio fu per i vescovi un’opportunità di cambiamento. È da lodare la docilità operativa che mostrarono fin dal primo momento dopo la chiusura del Concilio. Se all’inizio c’era stata una minore sintonia, l’accoglienza ecclesiale e la comunione con il Concilio, presieduto dal papa, furono inequivocabili. Dinanzi alla costatazione del ritardo in cui ci si trovava, si comprende come l’influenza fu poi un crogiolo e come il Vaticano II sia stato un punto di riferimento fondamentale per la Chiesa in Spagna». Se il futuro della Chiesa è individuato nella conversione missionaria raccomandata da papa Francesco, è l’instabilità della situazione politica attuale che desta nei presuli spagnoli la maggiore preoccupazione. Il richiamo a politici e cittadini è a ritrovare un triplice riferimento: la Costituzione, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la costituzione Dignitatis humanae del Vaticano II.

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