Documenti, 3/2015, 23/01/2015, pag. 13
«Alla tua luce vedremo la luce!»
All'Apertura dell'Anno internazionale della luce
«Dio disse: “Sia la luce!” e la luce fu!». Era intitolata «La luce, un simbolo religioso tra immanenza e trascendenza» la relazione con la quale il card. Gianfranco Ravasi è intervenuto – lo scorso 19 gennaio, nella sede dell’UNESCO a Parigi – alla cerimonia di apertura dell’Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce, che «mira ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza» sul modo in cui tali tecnologie «promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali (...) nei campi dell’energia, dell’istruzione, delle comunicazioni, della salute e dell’agricoltura». Il prefetto del Pontificio Consiglio della cultura ha affrontato il tema della simbologia religiosa della luce comune a tante civiltà e culture, dalla teologia dell’Egitto faraonico a quella indiana dei Rig-Veda, dal buddhismo all'islam al «grande codice» della cultura occidentale: la Bibbia. Due gli aspetti su cui la relazione di Ravasi si è concentrata: la qualità «teologica» della luce, ovvero la luce come «analogia per parlare di Dio»; e «la dialettica luce-tenebre nel suo valore morale e spirituale».
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