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Documenti, 11/2015, 20/03/2015, pag. 1

«'A Maronna v'accumpagne!»

Interventi nella visita pastorale a Napoli (21.3.2015)

Francesco

La sua visita a Napoli, dello scorso 21 marzo, papa Francesco ha voluto iniziarla dalla periferia, da Scampia, quartiere tristemente noto per vicende di violenza e malavita organizzata. «Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza, (...) ruba speranza a se stesso, agli altri, alla società», ha detto nell’incontro con gli abitanti sottolineando alcune «ferite» aperte nel tessuto civile, come l’immigrazione, la mancanza di lavoro per i giovani, la corruzione. Temi ripresi anche nell’omelia in Piazza del Plebiscito, nella quale ha esortato i napoletani a «non lasciarsi rubare la speranza» e la gioia del cuore che li distingue: «Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. (...) Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente! La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città!».

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Documenti, 2023-21

Evitare iniziative parallele

Sul Cammino sinodale tedesco

Francesco; Segreteria di stato vaticana

I cammini sinodali delle Chiese locali e quello della Chiesa universale devono procedere nel medesimo solco e con una medesima tempistica, per «evitare l’impressione che siano in atto iniziative parallele, indifferenti allo sforzo di “camminare insieme”». Questo è il nucleo della nota che la Segreteria di stato ha firmato il 23 ottobre scorso e inviato alla segretaria della Conferenza episcopale tedesca, Beate Gilles. Rese note solo in novembre, a poca distanza da una lettera (privata) di papa Francesco a quattro ex esponenti del Cammino sinodale tedesco, le raccomandazioni che il card. Parolin rivolge all’episcopato tedesco su due questioni dottrinali, l’ordinazione presbiterale delle donne e l’omosessualità, riflettono la forte «preoccupazione» di Francesco nei confronti di questa esperienza sinodale locale.

Forse anche per questo la Relazione di sintesi dell’Assemblea sinodale di ottobre (cf. n. 20; in questo numero a p. 672) non la cita, come invece fa con altre, come quella australiana. Quest’ultima è consistita in un Concilio plenario (il V), concluso nel luglio 2022, un percorso scelto apposta perché fosse seguito (e approvato) da Roma. Ma ora tutti coloro che vi hanno preso parte sono da più di un anno in attesa che la Santa Sede dia la recognitio ai 5 volumi dei decreti (cf. riquadro a p. 676), che in forme diverse hanno trattato dei temi presi in considerazione anche in Germania.

 

Documenti, 2023-21

Ad theologiam promovendam

Lettera apostolica motu proprio con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia

Francesco

La Pontificia accademia di teologia deve coltivare uno scambio più intenso con le altre scienze: a questa indicazione del papa mirano i nuovi statuti dell’accademia, approvati da papa Francesco il 1° novembre. Contestualmente è stata pubblicata la lettera apostolica motu proprio Ad theologiam promovendam con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia. Secondo gli statuti aggiornati, l’accademia deve promuovere il dialogo inter- e transdisciplinare, confrontarsi con studiosi di altre confessioni cristiane, religioni e discipline teologiche e promuovere lo scambio di idee con la filosofia, le scienze umane e l’arte. Infatti «a una Chiesa sinodale, missionaria e “in uscita” non può che corrispondere una teologia “in uscita”». La visione di papa Francesco sul compito della teologia in questo «cambiamento d’epoca» era stata espressa di recente anche nella lettera al neo-nominato prefetto del Dicastero per la dottrina della fede (cf. Regno-att. 14,2023,409; Regno-doc. 15,2023,456).

La Pontificia accademia di teologia fu fondata nel 1718 da papa Clemente XI (1700-1721), con il compito di provvedere all’educazione teologica degli ecclesiastici.

Attualità, 2023-20

Medio Oriente - Scuola / 2: l’altro invisibile

I palestinesi nei testi scolastici israeliani

Ignazio De Francesco

Ignorando «deliberatamente l’esistenza degli ebrei e d’Israele, incitando al disprezzo e all’odio, alla glorificazione del jihad e del martirio, l’insegnamento dell’Autorità palestinese ha avuto le conseguenze più spiacevoli sulla sua gioventù. Ha contribuito a dare vita e ad ancorare in essa tutta una serie di stereotipi (…) Il conflitto con Israele è presentato in modo semplicistico, riduttivo, unilaterale.