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Documenti, 10/2015, 13/03/2015, pag. 10

Organismi economici: gli statuti

Statuti del Consiglio per l'economia; della Segreteria per l'economia; dell'Ufficio del revisore generale

Francesco

Lo scorso 3 marzo sul sito web della Santa Sede sono stati pubblicati, nella versione italiana ufficiale, gli statuti dei nuovi organismi economici (cf. Regno-doc. 7,2014,203): il Consiglio per l’economia; la Segreteria per l’economia e l’Ufficio del revisore generale. Gli statuti sono stati approvati dal papa il 22 febbraio scorso e sono in vigore dal 1° marzo. Si tratta di uno dei passi più importanti nel cammino di riforma della curia romana intrapreso da Francesco insieme al suo Consiglio di cardinali (Regno-doc. 19,2013,604). Tra le novità, la Segreteria per l’economia, guidata dal card. George Pell, non assume la forma da alcuni ipotizzata di un «superdicastero» con pieni poteri di controllo, di investimento e di spesa. Lo statuto ne definisce i tratti in modo simile a una prefettura per gli affari economici «potenziata», che riceve alcune competenze dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e viene rafforzata nei compiti di vigilanza, di controllo e di indirizzo nella gestione delle risorse umane e materiali. L’approvazione ad experimentum permetterà nei prossimi mesi di apportare aggiustamenti ed eventuali correzioni agli statuti.

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Il 10 febbraio papa Francesco ha scritto una lettera alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, pubblicata poi il giorno successivo. Il tema riguarda le «deportazioni di massa» che la nuova amministrazione Trump ha già attivato, mobilitando l’esercito (cf. anche Regno-att. 4,2025,70 e 106). La lettera invita i vescovi a resistere al provvedimento. Si tratta di fatto di una rottura tra Roma e Washington che non ha precedenti. Il papa esorta «tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».

Il giorno stesso i vescovi degli Stati Uniti hanno risposto al papa per bocca del presidente della Conferenza dei vescovi cattolici, l’ordinario militare mons. Timothy Broglio (cf. riquadro a p. 130).