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Documenti, 1/2015, 09/01/2015, pag. 7

Il corpo curiale e le sue malattie

Discorso alla curia romana per la presentazione degli auguri natalizi

Francesco
Lo scorso 22 dicembre ha avuto luogo il consueto incontro annuale del pontefice con la curia romana per la presentazione degli auguri natalizi. Dopo aver accostato la curia al «corpo mistico» di Cristo («È bello pensare alla curia romana come a un piccolo modello della Chiesa, cioè come a un “corpo” che cerca (...) di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in se stesso e con Cristo»), il papa gesuita non ha presentato un bilancio dell’attività dell’anno trascorso, ma ha offerto la traccia per un esame di coscienza stilando – sull’esempio dei padri del deserto – un «catalogo» di «malattie curiali», ovvero di «malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore». Francesco ha poi precisato che si tratta di malattie e tentazioni che costituiscono «un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale», invocando il dono dello Spirito Santo sia per riconoscerle sia per guarirle. Quella spirituale appare una volta di più la base della riforma della curia (e della Chiesa in generale), un progetto in via di definizione, che sarà presto presentato.

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La risposta di papa Francesco è stata apprezzata dagli estensori della lettera (cf. L’Osservatore romano 3.2.2024, 1), prima che una nuova crisi tra la Santa Sede e il Governo israeliano si producesse l’8 febbraio (cf. Regno-att. 4,2024,76).

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Solo l’amore ci unirà

Omelia a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Francesco

«Solo questo amore che diventa servizio gratuito, solo questo amore che Gesù ha proclamato e vissuto avvicinerà i cristiani separati gli uni agli altri. Sì, solo questo amore, che non torna sul passato per prendere le distanze o puntare il dito, solo questo amore che in nome di Dio antepone il fratello alla ferrea difesa del proprio sistema religioso, solo questo amore ci unirà. Prima il fratello, dopo il sistema». Il 25 gennaio, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, papa Francesco ha presieduto la celebrazione dei secondi vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 57a Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sul tema: «Ama il Signore Dio tuo... e ama il prossimo tuo come te stesso» (cf. Lc 10,27).

Erano presenti anche alcuni vescovi delle tradizioni anglicana e cattolica, presenti a Roma per «Growing together» (Crescere insieme), un vertice d’incontro e pellegrinaggio ecumenico organizzato dalla Commissione internazionale anglicana - cattolica romana per l’unità e la missione (IARCCUM) a Roma e a Canterbury tra il 22 e il 29 gennaio. Come nel 2016, i vescovi erano presenti a coppie, anglicani e cattolici, in rappresentanza di 27 paesi, e nel corso dei secondi vespri sono stati inviati per essere testimoni di unità congiuntamente da papa Francesco e dall’arcivescovo Justin Welby (cf. riquadro a p. 67).