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Documenti, 11/2014, 01/06/2014, pag. 331

Un potente appello all'unità

Francesco
«Questo nostro incontro, un ulteriore ritrovo dei vescovi delle Chiese di Roma e di Costantinopoli, (...) ci offre l’opportunità di riflettere sulla profondità e sull’autenticità dei legami esistenti tra noi, frutto di un cammino pieno di grazia lungo il quale il Signore ci ha guidato, a partire da quel giorno benedetto di cinquant’anni fa». Il riferimento è allo storico incontro del 1964 tra Paolo VI e il patriarca ecumenico Atenagora, a Gerusalemme, che «preparò la strada a un gesto di straordinaria valenza, la rimozione dalla memoria e dal mezzo della Chiesa delle sentenze di reciproca scomunica del 1054» e che il recente pellegrinaggio del pontefice ha inteso commemorare, ponendo «al suo culmine » l’incontro con il patriarca Bartolomeo I. «Pienamente consapevoli di non avere raggiunto l’obiettivo della piena comunione, oggi ribadiamo il nostro impegno a continuare a camminare insieme verso l’unità per la quale Cristo Signore ha pregato il Padre», hanno confermato Francesco e Bartolomeo. Alla firma della Dichiarazione comune è seguita una celebrazione ecumenica al Santo Sepolcro durante la quale il vescovo di Roma e il patriarca di Costantinopoli sono intervenuti con le parole che pubblichiamo.

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Documenti, 2023-21

Evitare iniziative parallele

Sul Cammino sinodale tedesco

Francesco; Segreteria di stato vaticana

I cammini sinodali delle Chiese locali e quello della Chiesa universale devono procedere nel medesimo solco e con una medesima tempistica, per «evitare l’impressione che siano in atto iniziative parallele, indifferenti allo sforzo di “camminare insieme”». Questo è il nucleo della nota che la Segreteria di stato ha firmato il 23 ottobre scorso e inviato alla segretaria della Conferenza episcopale tedesca, Beate Gilles. Rese note solo in novembre, a poca distanza da una lettera (privata) di papa Francesco a quattro ex esponenti del Cammino sinodale tedesco, le raccomandazioni che il card. Parolin rivolge all’episcopato tedesco su due questioni dottrinali, l’ordinazione presbiterale delle donne e l’omosessualità, riflettono la forte «preoccupazione» di Francesco nei confronti di questa esperienza sinodale locale.

Forse anche per questo la Relazione di sintesi dell’Assemblea sinodale di ottobre (cf. n. 20; in questo numero a p. 672) non la cita, come invece fa con altre, come quella australiana. Quest’ultima è consistita in un Concilio plenario (il V), concluso nel luglio 2022, un percorso scelto apposta perché fosse seguito (e approvato) da Roma. Ma ora tutti coloro che vi hanno preso parte sono da più di un anno in attesa che la Santa Sede dia la recognitio ai 5 volumi dei decreti (cf. riquadro a p. 676), che in forme diverse hanno trattato dei temi presi in considerazione anche in Germania.

 

Documenti, 2023-21

Ad theologiam promovendam

Lettera apostolica motu proprio con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia

Francesco

La Pontificia accademia di teologia deve coltivare uno scambio più intenso con le altre scienze: a questa indicazione del papa mirano i nuovi statuti dell’accademia, approvati da papa Francesco il 1° novembre. Contestualmente è stata pubblicata la lettera apostolica motu proprio Ad theologiam promovendam con la quale vengono approvati nuovi statuti della Pontificia accademia di teologia. Secondo gli statuti aggiornati, l’accademia deve promuovere il dialogo inter- e transdisciplinare, confrontarsi con studiosi di altre confessioni cristiane, religioni e discipline teologiche e promuovere lo scambio di idee con la filosofia, le scienze umane e l’arte. Infatti «a una Chiesa sinodale, missionaria e “in uscita” non può che corrispondere una teologia “in uscita”». La visione di papa Francesco sul compito della teologia in questo «cambiamento d’epoca» era stata espressa di recente anche nella lettera al neo-nominato prefetto del Dicastero per la dottrina della fede (cf. Regno-att. 14,2023,409; Regno-doc. 15,2023,456).

La Pontificia accademia di teologia fu fondata nel 1718 da papa Clemente XI (1700-1721), con il compito di provvedere all’educazione teologica degli ecclesiastici.

Attualità, 2023-20

Medio Oriente - Scuola / 2: l’altro invisibile

I palestinesi nei testi scolastici israeliani

Ignazio De Francesco

Ignorando «deliberatamente l’esistenza degli ebrei e d’Israele, incitando al disprezzo e all’odio, alla glorificazione del jihad e del martirio, l’insegnamento dell’Autorità palestinese ha avuto le conseguenze più spiacevoli sulla sua gioventù. Ha contribuito a dare vita e ad ancorare in essa tutta una serie di stereotipi (…) Il conflitto con Israele è presentato in modo semplicistico, riduttivo, unilaterale.