Documenti, 11/2014, 01/06/2014, pag. 366
Beati gli operatori di pace
«L’Argentina è malata di violenza» (n. 1). È questa l’emergenza sociale che ha mosso i vescovi del paese a pubblicare, al termine della loro ultima assemblea plenaria (5-10.5.2014), questa breve dichiarazione. L’analisi dei presuli muove dalla descrizione delle «numerose forme di violenza che affliggono, ogni giorno», la società argentina: quelle che, enfatizzate dai media, generano insicurezza e desiderio di «farsi giustizia da sé», e quelle, su cui il clamore è molto meno forte, che toccano i poveri attraverso l’esclusione sociale (nn. 2-3). Alle une e alle altre contribuisce il «cancro sociale» della corruzione, «tanto pubblica quanto privata» (n. 5), che accresce la sfiducia nei confronti della legge. Invece, «soltanto quando le giuste leggi sono rispettate e chi le viola viene punito», sostengono in sintesi i vescovi, «possiamo ricostruire i legami sociali deteriorati dalla criminalità, dall’impunità e dalla mancanza di comportamenti esemplari di tutti quelli che rivestono una qualche autorità» (n. 6), e così realizzare il «profondo desiderio di pace» di tanti cittadini, «credenti e non credenti» (n. 9).
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