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Documenti, 13/2013, 01/07/2013, pag. 407

Pastori e costruttori di comunione. Discorso all'udienza ai nunzi per l'Anno della fede

Francesco
«Voi mi rappresentate nelle Chiese sparse in tutto il mondo e presso i governi, (…) il vostro lavoro è più che importante, è un lavoro di fare la Chiesa, di costruire la Chiesa. (…) Non siete intermediari, piuttosto siete mediatori, che con la mediazione fate la comunione». È stata calorosa l’accoglienza riservata da papa Francesco ai rappresentanti pontifici, nunzi e collaboratori, radunati a Roma per le giornate a loro dedicate nell’Anno della fede (21-22 giugno). Nel suo discorso, di cui ha rivendicato con forza la paternità («Quello che vi dico viene dal di dentro, ve lo assicuro, e mi sta a cuore»), il papa ha riflettuto sul senso spirituale di «una vita di nomadi», che si sostiene solo grazie a un’intensa «familiarità con Gesù»; ha sottolineato il compito pastorale dei rappresentanti pontifici («voi siete pastori!») e ha concluso con l’indicazione chiara di alcuni «criteri» d’indagine per le nomine episcopali: «Siate attenti che i candidati siano pastori vicini alla gente (…); che amino la povertà, interiore come libertà per il Signore e anche esteriore come semplicità e austerità di vita (…); che non siano ambiziosi, che non ricerchino l’episcopato. (…) E che siano sposi di una Chiesa, senza essere in costante ricerca di un’altra».

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Ignazio De Francesco

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Messaggio pasquale e benedizione «Urbi et orbi»; testamento spirituale

Francesco

Alle ore 9.47 del 21 aprile, Lunedì dell’Angelo, il card. Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa romana Chiesa, ha annunciato la morte di papa Francesco: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro santo padre Francesco. Alle ore 7.35 di questa mattina il vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri ed emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio uno e trino». Il giorno prima, nella solennità di Pasqua, papa Francesco dalla Loggia centrale della basilica di San Pietro aveva rivolto ai fedeli il messaggio pasquale letto da mons. Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Lo stesso giorno della morte, la Sala stampa vaticana ha pubblicato il Testamento del santo padre Francesco.

 

Documenti, 2025-5

Le deportazioni ledono la dignità umana

Lettera ai vescovi degli Stati Uniti d’America

Francesco

«Ho seguito da vicino la grave crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa. Una coscienza rettamente formata non può esimersi dal formulare un giudizio critico e dall’esprimere il proprio disaccordo nei confronti di qualsiasi misura che implicitamente o esplicitamente identifichi lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità. Allo stesso tempo si deve riconoscere il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi mentre erano nel paese o prima del loro arrivo».

Il 10 febbraio papa Francesco ha scritto una lettera alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, pubblicata poi il giorno successivo. Il tema riguarda le «deportazioni di massa» che la nuova amministrazione Trump ha già attivato, mobilitando l’esercito (cf. anche Regno-att. 4,2025,70 e 106). La lettera invita i vescovi a resistere al provvedimento. Si tratta di fatto di una rottura tra Roma e Washington che non ha precedenti. Il papa esorta «tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».

Il giorno stesso i vescovi degli Stati Uniti hanno risposto al papa per bocca del presidente della Conferenza dei vescovi cattolici, l’ordinario militare mons. Timothy Broglio (cf. riquadro a p. 130).