Documenti, 13/2013, 01/07/2013, pag. 419
Dalla sponsalità alla figliolanza
«Il cristianesimo prospererà nel XXI secolo se comprenderemo che la Chiesa è, in primo luogo, la comunità dei battezzati ». È l’incipit, tratto dall’ultimo volume di T. Radcliffe, della relazione di mons. Semeraro al Convegno unitario degli Uffici diocesani della Catechesi e della Pastorale della famiglia (Assisi, 20.6.2013), dal titolo «Il battesimo come sacramento radice dell’iniziazione cristiana e del matrimonio cristiano. Dalla sponsalità alla figliolanza».
La riflessione, a partire dal carattere fondativo del battesimo per gli altri sacramenti, si sofferma sulla sponsalità: «Alla radice del gesto sacramentale che unisce i due sposi nel sacramento del matrimonio c’è proprio il battesimo sicché in qualche
modo il matrimonio è l’estensione alla coppia in quanto tale del battesimo che ciascuno ha ricevuto personalmente».
In tale prospettiva è possibile cogliere «la cifra di un mistero più grande», che vale per il reciproco donarsi degli sposi, ma che nell’esperienza comune a tutti gli uomini, l’essere figli, raggiunge il suo significato più pieno: la «debolezza abitata
dall’amore». Il completo affidarsi, che caratterizza l’infanzia, si rinnova nell’unione matrimoniale e trova compimento nel Figlio, «che non ha disdegnato di farsi bambino».
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