Documenti, 13/2013, 01/07/2013, pag. 405
Chiedo perdono per l'indifferenza. Omelia nella messa presso il campo sportivo di Lampedusa
Francesco
La notizia della morte nel mar Mediterraneo degli immigrati è come –
ha detto papa Francesco nella sua prima visita fuori Roma – «una spina
nel cuore». Annunciata assieme alla pubblicazione dell’enciclica Lumen
fidei (qui a p. 385), la visita a Lampedusa – a cui non sono state ammesse
personalità politiche – è stata come un’altra, potente enciclica.
Nel suo indice troviamo il ringraziamento agli abitanti dell’isola per la
loro generosità; l’augurio di «abbondanti frutti spirituali» ai «cari immigrati
musulmani» per l’inizio del Ramadan; e una forte richiesta di
«perdono» per l’umanità che non «si sente responsabile» e non piange la
morte di questi fratelli: «Siamo una società» che nella «globalizzazione
dell’indifferenza» non sa «piangere»; siamo tutti «innominati, responsabili
senza nome e senza volto» di fronte alla domanda «dov’è tuo fratello?».
Infine – ultimo punto dell’indice – occorre anche chiedere perdono
«per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi».
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