Documenti, 9/2012, 01/05/2012, pag. 257
Obbedienza, insegnamento, zelo. Omelia alla messa crismale del Giovedì santo
Benedetto XVI
«La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?». Pronunciata da Benedetto XVI lo scorso 5 aprile, Giovedì santo, in San Pietro, durante la messa crismale, la domanda è rimbalzata tra i preti di tutto il mondo, soprattutto in quei territori (il papa parla di «un paese europeo», certamente l’Austria) dove si sono segnalate negli ultimi mesi diverse iniziative, non solo di sacerdoti, miranti, dice Benedetto XVI, ad «affrontare la lentezza delle istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove – per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi» (cf. Regno-att. 8,2012,242). Insieme alla disobbedienza, l’omelia richiama i sacerdoti a due altre parole-chiave della rinnovazione delle loro promesse: l’insegnamento, da rinvigorire in particolare nel prossimo Anno della fede, e lo zelo per le anime, inteso come preoccupazione per la salvezza «dell’uomo intero… in corpo e anima». Al fatto che tra gli oggetti della disobbedienza attuale il papa indichi la decisione definitiva del magistero circa l’ordinazione delle donne molti osservatori hanno collegato le parole che egli ha pronunciato il 9 aprile successivo, sul «legame speciale» delle donne con il Signore risorto (cf. riquadro a p. 258).
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