Documenti, 7/2012, 01/04/2012, pag. 226
La negazione di Dio e la questione antropologica. Massimo Epis sugli argomenti del nuovo ateismo
M. Epis
Le tesi del nuovo ateismo (new atheism), propugnate da autori come Richard Dawkins, Daniel Dennet, Sam Harris e altri, sono rappresentative di un modello scientifico di razionalità che ripropone le idee sulla religione come proiezione o alienazione, ma che in ultima analisi arriva a dover fare i conti con la comprensione della singolarità umana. E questo è il luogo dove la questione di Dio si rivela ineludibile sia per la filosofia sia per la teologia. La riflessione del teologo Massimo Epis su «La negazione di Dio e la questione antropologica. Gli argomenti del nuovo ateismo», nel corso del convegno di studio «Pensare Dio nell’era del disincanto » organizzato dalla Scuola di teologia del Seminario vescovile Giovanni XXIII di Bergamo (22-24 marzo 2012), mette in luce che «l’alternativa radicale non è tra teismo e ateismo, ma tra un’ontologia dell’alterità (che muove dalla fenomenologia della singolarità umana, in specie come attestato nel dinamismo di responsabilità) e una metafisica monistica (in questo caso, nella versione di un naturalismo materialista di stampo biologico-evolutivo)».
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