Documenti, 7/2012, 01/04/2012, pag. 201
Camaldoli: la speranza e il futuro. Per il millenario di fondazione della Congregazione camaldolese
Lo scorso 10 marzo, nella memoria del transito di san Gregorio Magno, Benedetto XVI ha presieduto i primi vespri della domenica, III di Quaresima, al monastero camaldolese di San Gregorio al Celio in Roma. La liturgia è stata «connotata da un profondo carattere ecumenico» per la presenza dell’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d’Inghilterra, Rowan Williams, che ha voluto così partecipare – nel «luogo nativo del legame tra il cristianesimo nelle terre britanniche e la Chiesa di Roma» – alla celebrazione dei mille anni di fondazione della famiglia monastica di Camaldoli (cf. ampiamente Regno-att. 4,2012,99ss). Il dialogo ecu menico, ha riconosciuto il papa, è ormai «parte dello spirito» di una tradizione monastica «di grande fecondità» che – fedele al carisma di san Romualdo – ha sempre ricercato nel corso della sua storia «il giusto equilibrio tra lo spirito eremitico e quello cenobitico, tra l’esigenza di dedicarsi interamente a Dio nella solitudine e quella di sostenersi nella preghiera comune e di accogliere i fratelli», perché essi possano in ogni tempo «giudicare le vicende del mondo con coscienza veramente evangelica».
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