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Documenti, 21/2012, 01/12/2012, pag. 673

Fede, patria, vendette di sangue. Fede e patria. Lettera pastorale dei vescovi albanesi

Vescovi della Chiesa cattolica in Albania
I 100 anni dell’indipendenza dell’Albania hanno offerto all’episcopato cattolico l’occasione per rivolgersi ai fedeli e a tutti i connazionali con una riflessione sui problemi attuali del paese nella lettera pastorale Fede e patria del 3 maggio scorso. L’amore per la patria è tematizzato in forte collegamento con la fede cristiana e con la scelta europeista. Accanto a molti problemi persistenti, come corruzione, violenza, illegalità diffusa, i vescovi colgono segnali positivi che «lasciano sperare in una rapida integrazione dell’Albania nella grande famiglia europea. Solo in questo modo la nostra patria eviterà definitivamente il rischio dell’isolamento nazionalista». Mentre la preoccupazione per la persistenza di consuetudini ataviche e barbare come la vendetta di sangue – operata o tollerata anche da quanti si ritengono «buoni cattolici» – ha spinto il 14 settembre i vescovi delle diocesi del Nord (Scutari, Sapë e Lezhë) a decretare la scomunica per quanti commettono tale delitto o vi partecipano, e a dichiararne l’esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti.

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Fede, patria, vendette di sangue. I vescovi cattolici albanesi nel centanario dell'indipendenza

Vescovi della Chiesa cattolica in Albania, L. Avgustini, A. Massafra, O. Vitale
I 100 anni dell’indipendenza dell’Albania hanno offerto all’episcopato cattolico l’occasione per rivolgersi ai fedeli e a tutti i connazionali con una riflessione sui problemi attuali del paese nella lettera pastorale Fede e patria del 3 maggio scorso. L’amore per la patria è tematizzato in forte collegamento con la fede cristiana e con la scelta europeista. Accanto a molti problemi persistenti, come corruzione, violenza, illegalità diffusa, i vescovi colgono segnali positivi che «lasciano sperare in una rapida integrazione dell’Albania nella grande famiglia europea. Solo in questo modo la nostra patria eviterà definitivamente il rischio dell’isolamento nazionalista». Mentre la preoccupazione per la persistenza di consuetudini ataviche e barbare come la vendetta di sangue – operata o tollerata anche da quanti si ritengono «buoni cattolici» – ha spinto il 14 settembre i vescovi delle diocesi del Nord (Scutari, Sapë e Lezhë) a decretare la scomunica per quanti commettono tale delitto o vi partecipano, e a dichiararne l’esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti.