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Documenti, 11/2011, 01/06/2011, pag. 382

I frutti della grazia. Mons. Gérard Daucourt, Nanterre, per i 10 anni della Charta oecumenica

G. Daucourt
Subito dopo la firma della Charta oecumenica, il 22 aprile 2001 a Strasburgo, da parte dei presidenti dei più rappresentativi consigli di vescovi europei, cioè il card. Miloslav Vlk per il Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE, vescovi cattolici) e il metropolita Jérémie Kaligiorgis per la Conferenza delle Chiese europee (KEK, vescovi protestanti e ortodossi), «si poteva percepire non soltanto un interesse, ma talvolta un vero e proprio entusiasmo che ridava freschezza e speranza, come forse avvenne dopo la famosa assemblea di Edimburgo nel 1910 o negli anni immediatamente successivi al concilio Vaticano II». Dieci anni dopo, ha detto mons. Gérard Daucourt, vescovo di Nanterre, il 9 maggio nel corso della giornata commemorativa «10 anni. Charta oecumenica» organizzata da CCEE e KEK presso l’Istituto ecumenico dell’Università di Friburgo, «lo slancio non sembra più altrettanto vigoroso». Tuttavia il processo di recezione ha portato alcuni frutti riconoscibili, accanto ai quali è oggi necessario discernere le chiamate per il presente: in primis un rinnovato anelito all’unità visibile e un rapporto fraterno con i musulmani in Europa.

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