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Documenti, 1/2010, 01/01/2009, pag. 36

Società plurale: una prospettiva giuridica. David Novak al Marcianum di Venezia

D. Novak
«Attraverso un’intelligente concezione del diritto naturale, i pensatori religiosi del diritto naturale possono prevalere sui fanatici religiosi delle loro comunità, che vedono nella partecipazione alla società laica la strada verso la perdita della propria identità comunitaria; e possono ugualmente avere la meglio sui fanatici della laicità», che «non hanno alcun criterio superiore di giustizia in questo mondo» e «sembrano risentirsi quando qualcuno fa appello a una legge superiore». È questa la tesi che David Novak, docente di Filosofia e di studi religiosi all’Università di Toronto, ha argomentato con rigore nella relazione pronunciata il 15 settembre scorso al congresso internazionale «La società plurale», svoltosi a Venezia (cf. riquadro a p. 37). L’autore muove dalla dichiarazione che, sebbene «giuridica», la sua non è la prospettiva di un giurista, bensì quella di un filosofo, di un teologo e di un ebreo, i cui interessi sono però correlati dall’assunto che «una legge fondata sulla rivelazione, destinata e accettata storicamente da un certo popolo, nel mio caso gli ebrei, presuppone l’accettazione di una legge più generale o universale che si applica a tutti gli uomini, ovunque e in ogni tempo».

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