Documenti, 3/2007, 01/02/2007, pag. 93
Polonia: il caso Wielgus
«Sperimentiamo ancora una volta che il tenebroso passato del periodo del sistema totalitario... continua a farsi sentire» (vescovi polacchi). «Col fatto stesso di essermi reso complice in questo modo, ho arrecato danno alla Chiesa... accetterò qualsiasi decisione del santo padre» (mons. Wielgus). Nei primi giorni di gennaio, tra Varsavia e Roma, in un drammatico crescendo di rivelazioni e di prese di posizione, si è consumato il «caso Wielgus»: nominato da Benedetto XVI arcivescovo di Varsavia – e quindi potenzialmente primate di Polonia – il 6 dicembre 2006, alla vigilia della presa di possesso della diocesi, avvenuta il 5 gennaio, la stampa polacca ha diffuso dei documenti che provavano la sua collaborazione con la polizia segreta del passato regime. «Nonostante la sua umile e commovente richiesta di perdono, la rinuncia alla sede di Varsavia e la sua pronta accettazione da parte del santo padre è apparsa come una soluzione adeguata per far fronte alla situazione di disorientamento venutasi a creare in quella nazione» (p. Lombardi, Sala stampa vaticana; cf. Regno-att. 2,2007,1-2).
Stampa (5.2.2007) da siti Internet www.chiesa.espressonline.it (con nostra revisione redazionale); www.episkopat.pl. Sottotitoli redazionali
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