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Documenti, 9/2006, 01/05/2006, pag. 283

La nostra missione a Parigi

Mons. André Vingt-Trois
«La Chiesa deve essere missionaria o non sarà più niente in questo mondo». E non si tratta di «un problema di diffusione o di reclutamento (…). Penso alla realtà della nostra fede». È a partire da questo criterio interpretativo che mons. Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, ha presentato un discorso programmatico il 3 dicembre scorso ai 1.600 delegati provenienti da 106 parrocchie della città al termine di un’ampia visita pastorale che inaugurava il suo ministero, iniziato nel febbraio 2005 come successore del card. Lustiger. Stabilire un criterio generale è necessario visto che stiamo «assistendo alla scomparsa di un certo numero di forme di vita cristiana o di attività» e che il personale ecclesiastico e laico è in calo. La preoccupazione di mantenere l’esistente rischia, infatti, da un lato di far diventare la parrocchia «una sorta di supermercato della spiritualità», dove le poche persone che vi lavorano si sentono per di più inadeguate; dall’altro di nascondere il fatto che vi sono già intere generazioni di persone che non hanno mai avuto un contatto con la fede: chi dunque si preoccuperà di «raggiungere le situazioni umane di coloro che non ci fanno più nessuna domanda»?

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