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Documenti, 1/2006, 01/01/2005, pag. 5

Le ermeneutiche del Vaticano II

Benedetto XVI alla curia romana
«Perché la recezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile? Ebbene, tutto dipende (...) dalla sua giusta ermeneutica». Dopo l’omelia di intonazione mariana pronunciata nel 40° della chiusura del concilio Vaticano II (8 dicembre), Benedetto XVI ha scelto la tradizionale udienza natalizia alla curia romana, il 22 dicembre scorso, per approfondire la celebrazione di questo anniversario. Nei due fuochi del suo discorso, il papa si sofferma sulla «nuova definizione», operata dal Concilio, del «rapporto tra la fede della Chiesa e certi elementi essenziali del pensiero moderno», e identifica i problemi della recezione di tali insegnamenti con il contrapporsi, negli anni successivi, di «due ermeneutiche contrarie»: quella «della discontinuità e della rottura», che ha causato «confusione», e quella «della riforma», del rinnovamento nella continuità, che «silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato frutti».

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