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Documenti, 3/2005, 01/02/2005, pag. 69

Noi ricordiamo ancora

60° anniversario della liberazione di Auschwitz
Perché, dopo 60 anni, ricordare ancora? «In mezzo a quell’indescrivibile accumulo di male, vi furono anche manifestazioni eroiche d’adesione al bene… Se stiamo ricordando il dramma delle vittime, lo facciamo… per rendere omaggio a quelle persone, per mettere in luce la verità storica e soprattutto perché tutti si rendano conto che quelle vicende tenebrose devono essere per gli uomini di oggi una chiamata alla responsabilità nel costruire la nostra storia» (Giovanni Paolo II, Messaggio per i 60 anni dalla liberazione dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, 27 gennaio 2005). Il richiamo al senso della responsabilità per il passato, ma soprattutto per il presente e il futuro è anche il cuore della dichiarazione dei vescovi tedeschi per la ricorrenza: «Ricordando Auschwitz ci chiediamo quanto la Germania e l’Europa abbiano imparato da questa catastrofe incommensurabile. L’antisemitismo di riaccende sempre di nuovo. Anche nel nostro paese sembra rafforzarsi, e comunque è nuovamente più visibile. Così di fronte a noi si apre un lungo cammino di purificazione e di discussione».

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