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Documenti, 19/2005, 01/11/2005, pag. 557

Giovanni Paolo e i gesuiti

M. Alcalà
La «contrapposizione di leadership» tra Giovanni Paolo II e p. Arrupe – tra il «papa bianco» e il «papa nero» – è stata tra i fili conduttori con cui l’opinione pubblica internazionale ha interpretato l’avvio di pontificato di Karol Wojtyla. Ma la storia delle relazioni tra queste due figure, pur segnata da «un certo malessere di fondo», è assai più articolata e va letta come un capitolo della considerazione che Giovanni Paolo II ha avuto per la Compagnia di Gesù e per tanti gesuiti (lui che «si sentiva più vicino alle persone che alle istituzioni»), e più in generale della visione che lo ha orientato nei confronti del complesso della vita religiosa. Pubblicato da Razón y fe nel contesto del dossier dedicato alla transizione dal pontificato di Giovanni Paolo II a quello di Benedetto XVI, il saggio che il gesuita M. Alcalá ha dedicato a questi temi, scritto con la sobrietà del cronista e la serietà dello storico, ripercorre momenti e istituzioni cruciali degli ultimi decenni: i sinodi dei vescovi e la curia romana, l’Unione dei superiori generali e il CELAM, il ruolo dei teologi (specie di quelli «della liberazione») e quello dei mass media: un documento prezioso nella comprensione della vita della Chiesa contemporanea.

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