Documenti, 1/2005, 01/01/2004, pag. 4
Il ritorno delle reliquie
«Nella traslazione di così sante reliquie noi vediamo un'occasione benedetta per purificare le nostre memorie ferite, per rinsaldare il nostro cammino di riconciliazione, per confermare che la fede di questi nostri santi dottori è la fede delle Chiese d'Oriente e d'Occidente». È questa la lettura che Giovanni Paolo II dà del gesto fraterno verso le Chiese ortodosse da lui compiuto il 27 novembre 2004, consegnando a Bartolomeo I, patriarca ecumenico, le reliquie di san Gregorio Nazianzeno e di san Giovanni Crisostomo, finora custodite in San Pietro.
L’iniziativa, per molti aspetti parallela a quello realizzata nei confronti della Chiesa ortodossa russa con la consegna dell’icona della Madre di Dio di Kazan’ (cf. Regno-doc. 15,2004,457), risponde a un’esplicita richiesta di Bartolomeo, che a sua volta, rispondendo alla lettera del papa, la definisce «un atto sacro, che ripara un’anomalia e ingiustizia ecclesiastica. Questo fraterno gesto della Chiesa dell’antica Roma conferma che non esistono nella Chiesa di Cristo problemi insormontabili, quando l’amore, la giustizia e la pace s’incontrano nella sacra diaconia della riconciliazione e dell’unità».
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