Documenti, 1/2005, 01/01/2004, pag. 23
A quarant'anni dal Concilio
Nella prospettiva del concilio Vaticano II, è oggi necessario «far progredire l’intelligenza credente in ogni ambito dell’attuale realtà che cambia così velocemente» e «mostrare la plausibilità della proposta cristiana nel contesto odierno»; riprendere il tema del dialogo interreligioso e di quello tra i credenti e la cultura laica; «puntare con coraggio verso la santità», che fa «ritrovare nella Chiesa il mistero della presenza salvifica di Dio».
Al VI Forum del progetto culturale della CEI («A quarant’anni dal Concilio. Ripensare il Vaticano II, di fronte alle attuali sfide culturali e storiche», Roma, 3-4.12.2004; cf. Regno-att. 22,2004,738) il card. Ruini, con la prolusione che qui pubblichiamo, ha ripercorso il Concilio assumendo come chiave interpretativa i suoi quattro documenti maggiori: Sacrosanctum concilium, Dei verbum, Lumen gentium e Gaudium et spes, alla cui analisi affianca quella relativa a Unitatis redintegratio, Ad gentes e Dignitatis humanae.
La «rivoluzione» del 1968 e il crollo del comunismo dopo il 1989, afferma il card. Ruini, rappresentano le principali novità che hanno caratterizzato il mondo post-conciliare; a seguito dell’11 settembre 2001 è venuto alla luce il «risveglio identitario dei popoli islamici», cui corrisponde «un risveglio religioso identitario nelle nazioni di matrice storica e culturale cristiana, tra cui l’Italia».
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