Documenti, 21/2004, 01/12/2004, pag. 703
Una morale ecclesiastica prigioniera
È «difficile negare che la morale sessuale… sia uno dei fattori più importanti che hanno condotto molte persone… ad abbandonare la Chiesa o che non si pongono il problema di entrare in essa». Il teologo spagnolo Andrés Torres Queiruga, professore all’Università di Santiago de Compostela, prende spunto dalle polemiche sorte intorno all’omelia dell’arcivescovo di Santiago de Compostela in occasione della cerimonia dell’ofrenda (cf. riquadro a p. 706), e segnatamente al breve passaggio in cui si tocca la questione del matrimonio tra omosessuali (cf. in questo numero a p. 701), per allargare la riflessione allo stile della presenza della Chiesa nella società e al suo modo di proporre il proprio messaggio. Riguardo alla morale sessuale la Chiesa «è di fronte a un paradosso, poiché, senza saperlo, paga un prezzo religioso enorme per una questione che, di rigore, non è di sua spettanza», rimanendo inoltre prigioniera del gioco della cattiva politica, sia di destra sia di sinistra, che senza una vera adesione etica fa dei temi morali uno strumento per conseguire risultati politici.
Quello che è necessario è riconoscere l’autonomia della morale e intraprendere una vera attualizzazione dei contenuti in quest’ambito: «Possiamo stare certi che una Chiesa attenta su questo sarà riconosciuta in quello che costituisce il suo reale interesse e la sua più autentica essenza: l’annuncio di un Dio che, creando spinto dall’amore, non ha altro interesse che la crescita e la promozione di quanto è autenticamente umano».
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