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Documenti, 13/2004, 01/07/2004, pag. 427

Fede e identità in Irlanda del Nord

Mons. Sèan Brady, arcivescovo di Armagh
«In Irlanda del Nord l’interazione tra fede e identità rimane un fattore fondamentale», ma come evitare il « pernicioso male del settarismo»? – s’interroga mons. S. Brady, arcivescovo di Armagh e primate dell’Irlanda, in una conferenza intitolata «Fede e identità. Una prospettiva cattolica sull’Irlanda del Nord» del 5 maggio scorso, tenuta significativamente presso il Centro (cattolico) S. Ethelburga per la pace e la riconciliazione con sede a Londra. Senza nascondere gli effettivi progressi compiuti nel processo di pace a partire dall’Accordo del Venerdì santo (cf. Regno-doc. 11,1998,378), è necessario per mons. Brady ristabilire «la fiducia,… la prima vittima della violenza e dell’ingiustizia», facendo sì che ciascuna comunità declini fede e identità secondo un «confine poroso» all’interno del quale l’altro possa essere accolto. In secondo luogo, cattolici e protestanti devono percorrere «un miglio in più», assieme e ciascuno per la propria parte. «Percorrere il miglio in più per la comunità cattolica significa andare al di là delle molte e fondate ragioni storiche che pure essa ha per diffidare della polizia». «Per protestanti e unionisti, invece, significa accettare fino in fondo tutte le implicazioni dei principi contenuti nell’Accordo del Venerdì santo». Sul persistere della violenza in Irlanda del Nord cf. in questo numero a p. 435.

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