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Documenti, 9/2003, 01/05/2003, pag. 275

Il diaconato: evoluzione e prospettive

Commissione teologica internazionale
Dopo un lavoro iniziato 10 anni fa su richiesta della Congregazione per la dottrina della fede, vede la luce ora il documento della Commissione teologica internazionale (CTI) "Il diaconato: evoluzione e prospettive". È una ricerca scientifica storico-teologica: dopo un’analisi della ricorrenza del tema nella Scrittura e nei padri apostolici (cc. I-III), è affrontata la questione centrale della sacramentalità del diaconato e delle facoltà proprie del diacono (c. IV); quindi il significato, le forme e le funzioni del diaconato permanente com’è stato ristabilito dal Vaticano II e com’è oggi nelle diverse Chiese (cc. V e VI). Il c. VII tenta un approccio teologico nella linea del Concilio, per offrire un contributo all’elaborazione di «una teologia del ministero diaconale che possa costituire la base comune e sicura capace di ispirarne il rinnovamento». Il documento è stato approvato all’unanimità dai 30 membri della CTI il 30 settembre 2002, e poi dal prefetto della Congregazione card. J. Ratzinger. Il 17 ottobre un comunicato stampa della CTI, in seguito al dibattito sorto circa l’esclusione o meno, nel testo, della possibilità dell’ordinazione delle donne al diaconato, precisava: «Lo studio della Commissione non ha concluso per una possibile apertura al riguardo..., ma si è espresso piuttosto nella linea di un’esclusione di tale possibilità». «Alla luce di tali elementi posti in evidenza dalla presente ricerca storico-teologica – afferma tuttavia nella sua conclusione il documento –, spetterà al ministero di discernimento che il Signore ha stabilito nella sua Chiesa pronunciarsi con autorità sulla questione».

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La reciprocità tra fede e sacramenti

Commissione teologica internazionale

Il documento della Commissione teologica internazionale La reciprocità tra fede e sacramenti nell’economia sacramentale, approvato da papa Francesco il 19 dicembre 2019 e pubblicato il 3 marzo 2020 (in traduzione italiana il 12 ottobre), è stato elaborato fra il 2014 e il 2019 nel nono quinquennio di lavoro della Commissione. La difficoltà metodologica e l’ampiezza delle tematiche hanno richiesto un grande lavoro e 11 bozze prima di arrivare alla redazione finale. Organizzato in cinque capitoli, il testo prende in esame il tema, oggi in crisi nella pratica pastorale, di reciprocità tra fede e sacramenti, soffermandosi in particolare sulle ripercussioni sul matrimonio sacramentale.

Il cuore del trattato, il secondo capitolo, rende conto della reciprocità tra fede e sacramenti, sulla cui base poi nel capitolo terzo si prendono in esame i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana, e nel quarto il matrimonio. Lo specifico tema matrimoniale, più volte sollevato non solo da Benedetto XVI e da Francesco, ma anche da diversi Sinodi, necessitava di una chiarificazione, soprattutto in merito al parallelismo tra matrimonio sacramentale e naturale.

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Dalla dichiarazione conciliare Dignitatis humanae a oggi, il contesto storico in cui si colloca il tema della libertà religiosa è significativamente mutato, rendendo necessario aggiornare l’analisi di una questione che non può dirsi risolta, e pone anzi problemi nuovi. Parte da questa considerazione lo studio della Commissione teologica internazionale intitolato La libertà religiosa per il bene di tutti. Approccio teologico alle sfide contemporanee, elaborato dal 2014 al 2018 dalla Sottocommissione libertà religiosa e pubblicato il 26 aprile.

Dopo che l’evoluzione della comprensione ecclesiale ha riconosciuto che «lo stato non può essere né teocratico, né ateo», il nuovo rischio che s’individua nella contemporaneità è collegato alla deriva che ha assunto l’atteggiamento della neutralità «come indifferenza che finge l’irrilevanza della cultura religiosa e dell’appartenenza religiosa nella costituzione del soggetto democratico reale», una sorta di «totalitarismo morbido» che impone «di fatto… l’emarginazione, se non l’esclusione, dell’espressione religiosa dalla sfera pubblica». E questo ha tra le sue conseguenze anche le forme di radicalizzazione religiosa qualificate come fondamentalismo.

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