Documenti, 7/2003, 01/04/2003, pag. 193
Pacem in terris
«Il problema dell’ordine negli affari mondiali, che poi è il problema della pace rettamente intesa, non può prescindere da questioni legate ai principi morali… La questione della pace non può essere separata da quella della dignità e dei diritti umani. Proprio questa è una delle perenni verità insegnate dalla Pacem in terris». Giovanni Paolo II rilegge così l’enciclica di Giovanni XXIII, quarant’anni dopo, riproponendone il significato nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace 2003 (Regno-doc. 1,2003,1ss).
Pace, diritti umani, sviluppo dei popoli, nuovo ordine internazionale segnano, con la Pacem in terris, l’assunzione di un nuovo paradigma per la Chiesa nella relazione tra insegnamento sociale e segni dei tempi. Oggi, terminata la «guerra fredda» e di fronte a un nuovo disordine internazionale quel paradigma pone alla Chiesa stessa l’esigenza di una ulteriore riflessione.
La rivista Il Regno, quando ancora non era suddivisa nelle sezioni «Documenti» e «Attualità», dedicò all’enciclica Pacem in terris «sulla pace fra tutte le genti fondata sulla verità, la giustizia, l’amore, la libertà», datata 11 aprile 1963, un apposito supplemento (al n. 5, maggio 1963) che ne riportava, introdotta e commentata, una parte considerevole, ma non tutta. Nel 40° anniversario della sua pubblicazione, riproponiamo il testo di questa enciclica nella forma integrale.
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