Documenti, 7/2003, 01/04/2003, pag. 230
Il Vangelo e la Chiesa nel mondo d'oggi
«La difficoltà della crisi attuale» nel rapporto tra Chiesa e società «è che essa non deriva da uno scontro frontale, da una lotta aperta fra la Chiesa e una società ostile che la circonda... La società attuale, a parte determinati luoghi ben definiti ma limitati, non è anticristiana e neppure anticlericale. È indifferente, lontana… Perciò, il nostro problema non è lo scontro, ma la depressione, il senso di esilio che risulta da questa situazione». È questo il punto di partenza dell’analisi di Jean-Louis Schlegel, già caporedattore del mensile Esprit e oggi nel comitato di direzione e direttore letterario presso le edizioni Du Seuil, contenuta nella relazione che egli ha tenuto lo scorso novembre ai preti della diocesi di Quimper-Leon (Francia), e intitolata: Il Vangelo e la Chiesa possono ancora parlare al mondo d’oggi? Di fronte a questa indifferenza, la critica che viene più di frequente rivolta ai cristiani è sul versante dell’istituzione-Chiesa, mentre il perno è più propriamente cristologico: «la messa in discussione di una religione che pone al centro della sua fede la morte atroce del suo Dio o il suo insegnamento a favore dei deboli e dei poveri, cioè valori evangelici che capovolgono i valori ordinari». Il cristianesimo dovrebbe quindi avere «la forza e l’intelligenza non solo di riformare, ma di inventare e creare del nuovo: nuove forme di vita, di espressione, d’intervento. Parliamo continuamente della “novità del Vangelo”, ma che cosa intendiamo dire con questo?».
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