Documenti, 5/2003, 01/03/2003, pag. 161
I centri pastorali per i cattolici immigrati
A cavallo tra stagione dell’emergenza e dell’integrazione, il fenomeno migratorio che ha come meta l’Italia è consistente, più di quanto dicano i dati ufficiali. Così ha affermato il prof. D. Nicoli, docente di sociologia dell’organizzazione all’Università cattolica, sede di Brescia, nel corso del convegno «Tutte le genti verranno a Te. La missione ad gentes nelle nostre terre», organizzato a Castelgandolfo (Roma) dalla Commissione episcopale per le migrazioni della CEI e dalla Fondazione Migrantes lo scorso 25-28 febbraio.
Dalla cifra ufficiale di 1,2 milioni a quella ufficiosa di 2,5 si tratta di un fenomeno rilevante da affrontare attraverso una pluralità d’interventi. Tra essi, non ultimo, vi è l’aspetto della cura pastorale, nell’ambito della quale copre un ruolo importante il catecumenato degli adulti, come ha messo in luce mons. W. Ruspi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale. La cura pastorale, poi, spesso si traduce e si è tradotta nell’apertura e nella gestione di centri pastorali per immigrati cattolici: presentiamo qui la sintesi dei criteri ai quali attenersi per aprire e gestire in diocesi tali centri, elaborata dalla Fondazione Migrantes, fatta propria dalla Commissione episcopale per le migrazioni e approvata nella sua globalità dal Consiglio permanente della CEI nella sessione dell’11-14 marzo 2002.
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