Documenti, 13/2003, 01/07/2003, pag. 431
Ecumenismo: L'esercizio del primato
Per i cristiani non cattolici, il papato rappresenta il maggior ostacolo sulla strada dell’unità. È a partire da questa consapevolezza che Giovanni Paolo II ha aperto, con la Ut unum sint, un «dialogo fraterno, paziente» per «trovare una forma di esercizio del primato che (...) si apra a una situazione nuova» (n. 95), ottenendo direttamente e indirettamente – nel contesto dei dialoghi ecumenici già in corso – numerose reazioni e riscontri (per lo più documentati anche su questa rivista). La vicenda ha importanti riflessi anche sulla vita interna della Chiesa di Roma, giacché «le Chiese e le comunità ecclesiali sia in Oriente sia in Occidente osservano attentamente il modo in cui la Chiesa cattolica modula la comunione e il primato «ad intra», vedendovi la prova o la verifica delle sue intenzioni «ad extra», in campo ecumenico» («Il ministero petrino», n. 4.4).
Lo studio «Il ministero petrino», presentato alla plenaria del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani del 2001, raccoglie e analizza tali reazioni, segnando in certo modo la conclusione della prima fase di questo dialogo. Il simposio organizzato dallo stesso Pontificio consiglio a Roma il 21-24 maggio scorsi tra teologi cattolici e ortodossi, di cui pubblichiamo la conferenza introduttiva del presidente card. Kasper ha inteso avviare la seconda fase, quella dell’approfondimento, assumendo un carattere accademico ma entro un contesto ecclesiale. Pubblichiamo infine un successivo intervento dello stesso Kasper sul controverso tema de «Il territorio canonico».
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