Documenti, 1/2003, 01/01/2003, pag. 59
Risposta all'Ut unum sint
«Lo stesso papa ritiene che i problemi ecumenici si incentrino sulla questione del suo ministero come segno del ministero di unità e riconciliazione. Perciò, ora egli invita i responsabili ecclesiali e i teologi a instaurare con lui "su questo argomento un dialogo fraterno, paziente". Si tratta di una nuova iniziativa storica da parte di papa Giovanni Paolo II. Noi salutiamo con gioia quest'invito ecumenico a un dialogo serio e sincero su quella che è una questione cruciale per tutti noi».
La Chiesa di Svezia, che appartiene alla tradizione luterana, si è affiancata nel corso del 2002 al Sinodo valdese e metodista (1995), alla Chiesa d'Inghilterra (1997), all'Unione battista della Gran Bretagna (1997), alla commissione Fede e costituzione del CEC (1998) e alla Chiesa presbiteriana negli Stati Uniti (2000) nella pubblicazione di una propria, argomentata risposta "ufficiale" all'enciclica di Giovanni Paolo II sull'ecumenismo Ut unum sint (1995), e segnatamente all'ipotesi che essa formula di aprire un dialogo sulle modalità di esercizio del primato. Il documento analizza senza pregiudizi i contenuti dell'enciclica, sottolineandone le aperture nonché gli aspetti, soprattutto ecclesiologici, che rimangono problematici dal punto di vista luterano. In tal senso, le prospettive di sviluppo del dialogo sul ministero petrino vengono individuate nello sviluppo ulteriore del concetto di collegialità, «sia in seno alla Chiesa cattolica romana sia a livello ecumenico».
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