Documenti, 1/2003, 01/01/2003, pag. 25
Nazionalismo e terrorismo
Vescovi spagnoli
«La valutazione morale del terrorismo dell'ETA non può che essere gravemente negativa. Detta valutazione riguarda, nella debita proporzione, tutte quelle persone o gruppi che collaborano nelle azioni terroristiche, le coprono o le difendono. Tutte le persone e i gruppi sociali e politici senza eccezione hanno l'obbligo morale di prendere una posizione netta di fronte all'ETA» (vescovi di San Sebastián, Bilbao e Vitoria). Di fronte all’inasprirsi dell’attività terroristica dell’ETA alcuni vescovi del Paese Basco, Blázquez e Echenagusia di Bilbao, Uriarte di San Sebastián e Asurmendi di Vitoria avevano espresso la loro condanna nel documento Preparare la pace, del 29 maggio 2002, che aveva suscitato una dura reazione nel governo, a cui non venivano risparmiate critiche per alcune scelte politiche, e in una parte della Conferenza episcopale spagnola per quella che sembrava una condanna non sufficientemente netta del terrorismo (cf. Regno-att. 12,2002,367ss; 14,2002,441ss). La stessa Conferenza episcopale spagnola ha quindi pubblicato il 22 novembre 2002 un’istruzione pastorale che analizza il terrorismo dell'ETA, definendolo «una realtà intrinsecamente perversa, ingiustificabile, un fatto che per la forma ormai consolidata con la quale si autodefinisce risulta essere una struttura di peccato». Il documento Valutazione morale del terrorismo in Spagna, delle sue cause e conseguenze pronuncia un netto giudizio morale anche «sul nazionalismo totalitario soggiacente al terrorismo dell'ETA, poiché è impossibile comprendere l'uno senza l'altro», e su questa troppo netta assimilazione tra nazionalismo e terrorismo al momento della votazione in assemblea i vescovi si sono divisi (cf. Regno-att. 22,2002,747ss).
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