Documenti, 17/2002, 01/09/2002, pag. 575
L'ufficio petrino al servizio dell'unità
«Nel dialogo ecumenico, il valore simbolico e reale del primato del papa dovrebbe essere affermato con fiducia». In un discorso pronunciato all'Università di Salford, in Inghilterra, il 19 febbraio 2002, il card. Avery Dulles, teologo e docente di religione e società presso la Fordham University di New York, ha riiesaminato le discussioni sul primato petrino nei dialoghi ecumenici con ortodossi, anglicani e luterani, e anche fra gli stessi cattolici, tra i quali non mancano divergenze intorno a questioni come il principio di sussidiarietà, l'autorità del sinodo dei vescovi, o il potere della curia romana. «Se l'ecumenismo fosse travisato nel senso di raggiungere facili accordi mediante compromessi, il papato potrebbe essere giustamente considerato come un ostacolo all'unità. Ma se il cammino dell'ecumenismo viene visto più correttamente come uno strumento di arricchimento reciproco, i cattolici possono esaltare il papato come un dono serbato con fiducia per tutte le Chiese e per tutti i cristiani». Se il papa dovesse diventare più affine al patriarca ecumenico ortodosso, all'arcivescovo di Canterbury o al presidente della Federazione luterana mondiale, le tensioni ecumeniche sarebbero ridotte sì, «ma è meno chiaro se questo farebbe anche progredire la causa dell'unità dei cristiani... Anche se un'eccessiva centralizzazione dovrebbe naturalmente essere evitata, il papato non dovrebbe compromettere il suo status di segno e strumento di unità». Il primato del papa «tutela i fedeli dall'essere soggetti a giurisdizioni concorrenti».
The Petrine Office at the Service of Unity, in Origins 31(2002) 42, 704-708. Nostra traduzione dall’inglese.
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