Documenti, 7/2001, 01/04/2001, pag. 240
Resistenza morale al terrorismo
Vescovi spagnoli
Le polemiche sulla mancata sottoscrizione da parte della Conferenza episcopale spagnola (CEE) del cosiddetto "Patto antiterrorista" (cf. Regno-att. 6,2001,170) hanno messo in evidenza alcuni punti di fragilità e d’incomprensione nel rapporto tra istituzioni politiche e Chiesa cattolica, la cui portata va oltre i confini del caso in questione. Di fronte alla pretesa di alcuni settori politici di ridurre la Chiesa a un'istituzione sociale fra le altre, seppure rivestita di una particolare autorevolezza morale, i vescovi spagnoli hanno voluto ribadire, nella nota del Comitato esecutivo della CEE che pubblichiamo, la peculiarità del suo ruolo e la specificità della sua missione, reclamando "la libertà e il rispetto necessari affinché la Chiesa possa esprimersi con i gesti e le parole che le sono propri". La risposta più puntuale alle critiche, anche pesanti e talora ingiustificate, rivolte alla gerarchia cattolica da parte di alcuni politici e organi di stampa, è venuta dall'arcivescovo di Pamplona, Fernando Sebastián Aguilar, che in due lettere pastorali ha inteso definire con "chiarezza e fermezza" la posizione della Chiesa di fronte al terrorismo dei separatisti baschi, mettendo in questione la buona fede di chi ha approfittato della polemica per accusare la Chiesa di ambiguità e tiepidezza.
Originali: Ecclesia 61(2001) 3.038, 3.3.2001, 10; stampe (20.3.2001) dal sito Internet www.iglesianavarra.org e www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dal tedesco.
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