Documenti, 17/2001, 01/09/2001, pag. 582
Risposte a Dabru Emet
Il dialogo ebraico cristiano ha conosciuto una tappa importante con la pubblicazione di Dabru Emet (Regno-doc. 21,2000,695), la dichiarazione di un gruppo di intellettuali ebrei statunitensi sui cristiani e il cristianesimo, resa nota il 10 settembre 2000. Essa è stata definita dall'arcivescovo di Canterbury e primate anglicano George Carey «un'iniziativa entusiasmante e carica di speranza». L'apprezzamento della sincera apertura compiuta dal documento verso un franco confronto in campo teologico oltre che storico e politico è stato espresso nel corso di una conferenza tenuta da Carey a Washington lo scorso 24 aprile, intitolata «Dall'Olocausto alla speranza». Per parte cattolica la prima reazione ufficiale a Dabru Emet è stata quella della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, per bocca del moderatore per i rapporti ebraico-cattolici, card. William Keeler, e del presidente del Comitato per gli affari ecumenici e interreligiosi, mons. Tod Brown. Ne «Il potere delle parole. Risposta cattolica a Dabru Emet», del settembre 2000, il documento viene ritenuto un «risultato di notevole valore... un gesto di riconciliazione... nello spirito di penitenza e umiltà portato a modello per noi da papa Giovanni Paolo II durante le sue storiche visite alla Grande sinagoga di Roma e alla stessa Gerusalemme».
Per quanto riguarda la controversia sull'atteggiamento di Pio XII e della Santa Sede durante la Shoah è da registrare la definitiva sospensione del Gruppo cattolico-ebraico di storici che indagava sui dodici volumi sinora pubblicati di Atti e documenti della Santa Sede durante la seconda guerra mondiale (cf. riquadro a p. 585).
Originali: stampe (27.4.2001 e 16.5.2001) da siti Internet www.archbishopofcanterbury.org e www.nccbuscc.org. Nostre traduzioni dall'inglese.
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