D
Documenti
Documenti, 1/2001, 01/01/2001, pag. 21

Famiglia e politica

Card. C.M. Martini
"Al vertice delle nostre preoccupazioni deve stare il proposito... di sostenere positivamente e di promuovere le famiglie in senso proprio... Una società non può... non stabilire una graduatoria di rilevanza tra varie istituzioni che si richiamano a modelli familiari, sulla base delle funzioni sociali che svolgono, della natura relazionale che presentano e della forza esemplare che esercitano". L’annuale discorso del card. Carlo Maria Martini alla Chiesa milanese per la vigilia di s. Ambrogio (6.12.2000) si svolge alla presenza delle autorità civili, e l’arcivescovo coglie l’occasione per trattare il tema della famiglia, che sta "al vertice dell’attenzione e delle premure della Chiesa", sotto l’aspetto politico: Famiglia e politica. Se sinora ha dovuto contare quasi solo su se stessa, adesso più che mai la famiglia "tradizionale" ha bisogno del sostegno di chi ha la responsabilità di governo per affrontare le sfide che stanno di fronte, e cioè i modelli di convivenza alternativi che si vanno diffondendo, la debolezza economica e il contesto sempre più multiculturale e multietnico. Cf. Regno-att. 22,2000,731. Originale: stampa (18.12.2000) da sito Internet www.diocesi.milano.it.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Documenti, 2005-13

Il Signore verrà

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).
Documenti, 2005-13

Il relativismo del cristiano

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).
Documenti, 2005-13

La mia Milano, la mia Gerusalemme

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).