Documenti, 15/2000, 01/08/2000, pag. 499
Le nostre colpe verso gli ebrei
«Anche la Chiesa cattolica in Svizzera deve riconoscere la propria responsabilità... Troppo spesso la paura, la negligenza, i pregiudizi, la mancanza di generosità hanno limitato l'aiuto urgente che si sarebbe dovuto prestare, soprattutto agli ebrei che cercavano rifugio nel nostro paese».
Alla richiesta di perdono compiuta da Giovanni Paolo II per «i peccati passati e presenti dei figli della Chiesa» (12.3.2000; cf. Regno-doc. 7,2000,223) si è unita in breve volgere di tempo la voce dei vescovi svizzeri, che nel corso della 247a assemblea ordinaria della Conferenza episcopale svizzera (6-8.4.2000) hanno approvato una Dichiarazione sull'atteggiamento della Chiesa cattolica svizzera nei riguardi del popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale e oggi (pubblicata il 14.4). I vescovi si dicono preoccupati oggi soprattutto per «il diffondersi di un antisemitismo di un tipo particolare», per il riemergere di clichés antiebraici «in seguito alle richieste rivolte recentemente alla Svizzera, di restituire i beni degli ebrei morti senza lasciare eredi» (cf. Regno-att. 8,1997,199).
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