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Documenti, 3/1996, 01/02/1996, pag. 121

Il Cammino neocatecumenale: un autoritratto (Giuseppe Butturini)

Giuseppe Butturini
La sua meta è "la nascita, la formazione di una fraternità, di una koinonia; un evento che Kiko ricorda... parlando di "comunione fraterna" e, addirittura, di "chiesa"". Tracciando un partecipato profilo del Cammino neocatecumenale G. Butturini, docente di Storia della chiesa in età moderna e contemporanea all'Università di Padova, affronta indirettamente anche la questione delle numerose critiche a esso rivolte: di creare chiese parallele, di essere staccato dalla realtà, eretico. Premesso che "nella storia della chiesa raramente si spegne direttamente un carisma, più normalmente si cerca di svuotarlo adattandolo e razionalizzandolo", sottolinea fortemente due aspetti del carisma del movimento: la sua aspirazione a realizzare – segnatamente portandolo nelle parrocchie – il concilio Vaticano II, previa una sua rilettura sul versante dei rapporti chiesa-mondo, e la convergenza con la sensibilità pastorale di Giovanni Paolo II, di cui interpreta – attraverso lo slancio missionario – l'istanza della nuova evangelizzazione.

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