Nell’ambito del pubblico dibattito sul riconoscimento delle unioni civili tra coppie omosessuali e sull’equiparazione di queste ultime al matrimonio tra uomo e donna, in corso in Italia in concomitanza con la discussione in Senato del disegno di legge n. 14 «Cirinnà» sulla disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili, anche i vescovi del Triveneto si sono espressi con una dichiarazione pubblicata il 23 gennaio (www.cet.chiesacattolica.it).
In quel Nord-est del nostro paese caratterizzato da modernizzazione degli stili di vita, vivace intraprendenza economica, un precoce disagio politico che negli anni Novanta favorì l’emergere del leghismo, ma anche da un profondo radicamento ecclesiale fin dalla prima evangelizzazione della penisola: in questo Nord-est, che cosa «lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese»? Dopo un lungo e approfondito processo di «discernimento comunitario», che dal 2010 ha impegnato le 15 diocesi del Triveneto nella preparazione del Convegno ecclesiale di Aquileia 2, e dopo la celebrazione di esso un anno fa, i vescovi della regione fanno un bilancio del percorso con una nota pastorale, intitolata Testimoni di Cristo, in ascolto, approvata nell’incontro del 7-8 gennaio e pubblicata il 17. «La situazione di transizione in cui viviamo» richiede «un sapiente discernimento comunitario e coraggiose scelte programmatiche». La direzione prescelta è una nuova evangelizzazione basata sull’accoglienza, in dialogo con le culture del nostro tempo e assumendosi la responsabilità per il bene comune.