Commissione ad hoc per la libertà religiosa della USCCB
La «libertà religiosa è sotto attacco sia in patria sia all’estero»: così esordisce il testo che la Commissione ad hoc dei vescovi statunitensi per la libertà religiosa ha reso noto il 12 aprile. Già da tempo in rotta di collisione con l’amministrazione Obama (cf. Regno-att. 18,2011,581), i vertici dell’episcopato USA elencano qui alcuni casi (servizio sanitario, immigrazione, adozione ecc.) di violazione della libertà religiosa; ed esprimono i valori fondativi della propria posizione: è lecito «non obbedire » a una «legge ingiusta» cioè a «una legge umana non radicata (…) nella legge naturale». Il testo chiama tutte le fedi a opporsi a «uno spazio pubblico nudo, spogliato dei temi religiosi», senza per questo rivendicare «uno spazio pubblico sacro, che conceda speciali privilegi» ai credenti. E dopo aver ricordato «il martirio» di cristiani in molte parti del mondo e citato Dignitatis humanae, auspica «uno spazio pubblico civico, in cui tutti i cittadini possano dare il proprio contributo al bene comune», che dia cittadinanza alla «libertà religiosa che Dio ci ha garantito e che la nostra Costituzione tutela».
«La terapia reiki non trova sostegno né nelle scoperte della scienza naturale né nella fede cristiana», perciò «sarebbe inappropriato per le istituzioni cattoliche… o per le persone che rappresentano la Chiesa» promuoverla od offrirle sostegno. Tale giudizio della Commissione dottrinale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ispira le Linee guida per la valutazione del reiki come terapia alternativa, rivolte alle molte strutture di cura, ai centri di ricovero e ai cappellani cattolici che possono aver adottato o sostenuto «terapie alterna tive che spesso sono disponibili negli Stati Uniti» come parte dell’iter terapeutico. Il reiki è una tecnica di guarigione giapponese radicata in una «visione del mondo» dal «carattere monista e panteistico». La Chiesa riconosce due tipi di guarigione che non si escludono reciprocamente: «La guarigione per grazia divina e la guarigione che utilizza i poteri della natura», ma, nel primo caso, «questo potere di guarire non è a disposizione dell’essere umano, in quanto “neppure le preghiere più intense ottengono la guarigione di tutte le malattie”».