Il 23 aprile è stato pubblicato un testo, approvato nella seduta del 4 aprile dalla Conferenza congiunta tra la Conferenza episcopale tedesca e il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, un organismo costituito in forma permanente dal Sinodo tedesco di Würzburg del 1971-1975, di cui fanno parte dieci vescovi e altrettanti laici. Si tratta di un breve sussidio intitolato La benedizione dà forza all’amore. Benedizioni per coppie che si amano, elaborato da un apposito gruppo di lavoro per offrire ai vescovi diocesani indicazioni pratiche non vincolanti per la benedizione di coppie che non possono accedere al matrimonio sacramentale. La Chiesa «riconosce e offre sostegno alle coppie che sono unite nell’amore, che si trattano con pieno rispetto e dignità e che sono disposte a vivere la loro sessualità nella consapevolezza di sé, dell’altro e della responsabilità sociale a lungo termine», si legge nel documento, che adempie a una richiesta del Cammino sinodale tedesco che la Conferenza episcopale tedesca e il Comitato centrale dei cattolici tedeschi elaborassero insieme una proposta di condizioni quadro e di organizzazione delle benedizioni; e tiene conto di quanto prescritto dalla dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la dottrina della fede sul senso pastorale delle benedizioni (2023).
Diversamente da quanto richiesto dal Cammino sinodale, non offre schemi o libretti approvati, ma richiama la necessità che le benedizioni di questo tipo si distinguano chiaramente dai matrimoni e siano caratterizzate da spontaneità e libertà. Secondo la stampa tedesca, il documento è stato preventivamente condiviso con le autorità vaticane.
«Nel nostro impegno europeo, siamo consapevoli e riconosciamo che l’impegno nell’UE è sostenuto essenzialmente anche da persone di altre confessioni e da un ampio pubblico laico. Coloro che quindi escludono altre religioni e visioni del mondo sulla base del fatto che il successo dell’UE è essenzialmente legato a un “Occidente cristiano” religiosamente omogeneo, a nostro avviso non solo non riconoscono il carattere inclusivo del cristianesimo, ma neanche la ricchezza storica della diversità religiosa e ideale che caratterizza ancora oggi il continente europeo». Il 15 novembre la Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato lo studio L’Europa merita, che ha l’obiettivo di stimolare l’impegno cristiano per l’integrazione europea. Questo documento politico, preparato dal Gruppo di lavoro sull’Europa della Conferenza episcopale tedesca, si occupa dello sviluppo (ulteriore) dell’UE come progetto di pace e democrazia da una prospettiva di etica sociale. A tal fine delinea gli sviluppi storici e illustra la situazione attuale e le prospettive dell’Unione per quattro aree politiche: la coesione democratica legata allo stato di diritto, la responsabilità verso la creazione, la configurazione responsabile del mondo digitale e il contributo dell’Europa per far fronte ai movimenti globali di rifugiati. Infine sottolinea il contributo della Chiesa come costruttrice di ponti e mediatrice nel discorso sociale ed europeo.
«Noi Chiese sosteniamo la convinzione che lo stato di diritto democratico e sociale, quindi la democrazia liberale, non è certamente un ordinamento perfetto, ma… si è dimostrato, a livello sia teorico sia pratico, il migliore ordinamento politico possibile, perché fra l’altro capace di ammettere la possibilità di miglioramento e soprattutto la critica». A più di un decennio dalla loro precedente dichiarazione comune sulla democrazia (2006), le Chiese cristiane della Germania hanno nuovamente preso la parola insieme per invocare da parte di tutti un maggior impegno a favore dell’ordinamento democratico liberale, poiché «il ritorno di concezioni autoritarie e di una politica di potere senza scrupoli mostrano chiaramente e inequivocabilmente che la pace, la democrazia e lo stato di diritto non sono più scontate».
Il documento, pubblicato l’11 aprile, porta il titolo Rafforzare la fiducia nella democrazia. Una parola comune della Conferenza episcopale tedesca e del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, ed è stato elaborato da una commissione ecumenica di 14 esperti, presieduta da mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, per parte cattolica e dal prof. Reiner Anselm, docente di Teologia sistematica ed etica a Monaco, per parte evangelica.
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