Secondo atto di un’iniziativa promossa dal card. Bassetti alla guida della Conferenza episcopale italiana (CEI), «Mediterraneo frontiera di pace 2» si è svolto a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022, in contemporanea con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, dal cui giudizio questo incontro non ha potuto ovviamente esimersi.
I 58 vescovi delle diocesi affacciate sul Mediterraneo si erano riuniti a Bari a febbraio 2020 con l’intento, dichiarato già dal titolo, di riscoprire il Mediterraneo non solo come frontiera naturale che collega i continenti europeo, africano e asiatico, ma anche come fonte di comunione fraterna e unità.
Invitati dal sindaco di Firenze D. Nardella, hanno partecipato 60 sindaci provenienti da aree mediterranee, riunitisi con i vescovi a Palazzo Vecchio. A Santa Maria Novella, in un ricco programma di tre giorni, inaugurati dal presidente del Consiglio M. Draghi, i vescovi hanno definito il ruolo delle Chiese nella costruzione di una solidarietà mediterranea.
L’assemblea congiunta è sfociata nella comune Carta di Firenze, che in incipit ricorda Giorgio La Pira e poi elenca le 12 sfide che il Mediterraneo è tenuto ad affrontare. Assente Francesco per motivi di salute, il discorso conclusivo, tenuto dal card. Bassetti prima della messa in Santa Croce alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ribadito «l’impellente bisogno di pace e fraternità», per il popolo ucraino e per il Mediterraneo tutto.
Il rapporto fra Chiese e genere, nell’attuale passaggio storico, corre il rischio di farsi sequestrare intellettualmente e spiritualmente da una doppia controversia, quella sulla cosiddetta ideologia gender e quella sulle ordinazioni femminili, entrambe portatrici di divisioni profonde, non solo a livello ecumenico, e spesso abitate da approcci ben poco dialogici. Ciò che vorremo tentare, piuttosto, è leggere in positivo questo rapporto, sperando di non incorrere in facili irenismi, attraverso l’utilizzo di una particolare categoria, quella di gener-azione.
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