Lo «strumento di lavoro» (Instrumentum laboris), il documento pubblicato dalla Segreteria del Sinodo dei vescovi il 20 giugno, «è pensato come sussidio pratico a servizio dello svolgimento dell’Assemblea sinodale di ottobre 2023 e quindi per la sua preparazione» (n. 10). Con la sua pubblicazione si chiude la prima fase del Sinodo 2021-2024 sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione»: un processo dedicato all’ascolto di tutte le componenti del popolo di Dio in tutte le Chiese locali del mondo. E si apre la seconda fase, articolata nelle due sessioni in cui si svolgerà la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (ottobre 2023 e ottobre 2024).
L’Instrumentum laboris è un documento che raccoglie fedelmente e coraggiosamente i temi fondamentali emersi nella fase di ascolto svolta a livello parrocchiale, diocesano, nazionale e regionale: l’Assemblea di ottobre dovrà quindi confrontarsi su questioni come l’ordinazione di uomini sposati, il diaconato alle donne, la riforma della formazione sacerdotale, il ripensamento dei processi decisionali, il rapporto tra Chiesa locale e Chiesa universale. Con un’attenzione a come la Chiesa cattolica in tutto questo possa imparare dalle altre Chiese cristiane.
Per comprendere il posto che il Documento sulla tappa continentale (DTC), presentato e diffuso lo scorso 27 ottobre, occupa nel cammino del Sinodo 2021-2024 conviene guardare non solo a ciò che lo ha preceduto – un primo anno di lavoro sinodale a livello diocesano, di cui costituisce la sintesi complessiva –, ma soprattutto a ciò che lo seguirà: una riapertura del processo d’ascolto a livello diocesano sulla base di quanto emerso anche nelle altre Chiese e una nuova sintesi nazionale. Questa concorrerà al discernimento che «ogni Assemblea continentale è chiamata a mettere in atto», per poi «redigere un documento finale che ne dia conto» entro il 31 marzo 2023. «I documenti finali delle 7 assemblee continentali saranno utilizzati come base per la stesura dell’Instrumentum laboris, che sarà ultimato entro giugno». Da notare che in questa tappa intermedia continentale «la grande maggioranza delle conferenze episcopali» desidera che «siano coinvolti i rappresentanti di tutto il popolo di Dio. Per questo si chiede che tutte le assemblee siano ecclesiali e non solo episcopali, assicurando che la loro composizione rappresenti in modo adeguato la varietà del popolo di Dio» (nn. 107-108). Perché la «sorpresa», sinora, è stata «ascoltare come, pur nella differenza di sensibilità, il popolo santo di Dio converga nel chiedere un profondo rinnovamento della Chiesa» (card. Mario Grech, conferenza stampa del 27 ottobre).
«La capacità di immaginare un futuro diverso per la Chiesa e per le sue istituzioni all’altezza della missione ricevuta dipende in larga parte dalla scelta di avviare processi di ascolto, dialogo e discernimento comunitario, a cui tutti e ciascuno possano partecipare e contribuire». Ed ha l’obiettivo di favorire un processo di ascolto reale del popolo di Dio e la partecipazione di tutti al processo sinodale la prima fase – quella diocesana – della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». Essa ha preso avvio con la pubblicazione il 7 settembre del Documento preparatorio e del Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità (in questo numero a p. 537).
Il Sinodo sulla sinodalità s’inquadra nel programma di papa Francesco di superare il clericalismo riattivando il rapporto tra i pastori e il popolo di Dio per una conversione missionaria di tutta la Chiesa cattolica. Il Documento preparatorio quindi offre la mappa concettuale per comprendere e attuare correttamente la sinodalità nel contesto contemporaneo.
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