b
Blog

Sette anni di Laudato si’

I venti di guerra che oggi soffiano nel continente europeo – su cui più volte ci siamo soffermati – non possono esimerci dal far memoria di un evento che sette anni fa portava stupore e speranza: la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. Essa infatti ha la data del 24 maggio 2015, festa di Pentecoste, ma è stata presentata solo il 18 giugno successivo. 

Sette anni sono un tempo breve per fare bilanci circa la recezione di un testo, di cui forse ancora non comprendiamo tutta la portata innovativa; certo però si possono cogliere alcune linee emergenti.

Un’ispirazione per la prassi

Sicuramente la Laudato si’ è diventata un’importante fonte di ispirazione per molti – non solo cattolici – che si occupano di temi ambientali, ma anche di giustizia e tutela della dignità umana. Se uno degli obiettivi dell’enciclica era avviare processi condivisi di cura della casa comune, è impossibile non registrare risultati significativi: sono tante le realtà che hanno assunto Laudato si’ come parola di riferimento, cui associare pratiche spesso efficaci ed innovative.

In particolare, l’espressione ecologia integrale ha chiaramente orientato a un’attenzione per quella costitutiva correlazione tra giustizia, pace e salvaguardia del creato, cui fin dagli anni Ottanta guardava il movimento ecumenico. 

Certo va anche riconosciuto che tali dati non sono uniformemente diffusi: a una presenza ampia e feconda in alcune aree – geografiche e culturali – fa riscontro una assai meno rilevante in altre, dove l’enciclica ha trovato meno attenzione e anzi, talvolta, resistenze esplicite.

E purtroppo nel frattempo il degrado procede: il riscaldamento globale si accentua, giacché continuano livelli insostenibili di emissioni climalteranti; la perdita di biodiversità raggiunge livelli che mettono a rischio diversi ecosistemi; con frequenza crescente organismi internazionali come l’IPCC (Intergovernmental panel on climate change) e l’IPBES (Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosistem services) hanno sottolineato quanto brevi siano i tempi per un deciso cambiamento di rotta, quanto ampia sia la posta in gioco.

Un riorientamento teologico

La diretta rilevanza in ordine all’attivazione di comportamenti socio-ambientali non deve peraltro far sottovalutare il secondo versante su cui la Laudato si’ ha avuto un’azione di stimolo importante: quello della riflessione teologica.

Sarebbe ingenuo indicare in essa il punto d’inizio di un pensiero eco-teologico, le cui prime voci risalgono alla seconda parte del secolo scorso e che a partire dagli anni Novanta ha conosciuto un’espansione significativa e una pluralità di voci.

Innegabile, però, che – specie per la teologia cattolica – la Laudato si’ abbia riportato al centro dell’attenzione temi che meno erano stati esplorati, orientando a iniziative importanti anche sul piano formativo. Sono stati, in particolare, il capitolo II e VI a offrire spunti per una ripresa della teologia della creazione – sottovalutata per gran parte del XX secolo –, ritrovandone tutta la pregnanza in ordine alla prassi socio-ambientale, ma anche per l’architettura stessa del discorso teologico e del vissuto spirituale credente.

Certo anche in quest’ambito non mancano ritardi e contraddizioni: ancora si fa sentire il peso di un approccio unilateralmente antropocentrico («dispotico», come lo definisce la stessa enciclica), che ha segnato in modo importante la teologia occidentale. Ancora fatichiamo a pensare la fede cristiana come «Vangelo della creazione», secondo l’indicazione del c. II.

È importante, però, notare che lo stesso Francesco ha orientato a un ulteriore approfondimento di tali dimensioni, ad esempio in testi come l’esortazione postsinodale Querida Amazonia (il «sogno ecologico») o la stessa enciclica Fratelli tutti (che collega la fraternità umana alla responsabilità condivisa per la terra).

Anche in quest’ambito, insomma, molto resta da fare e spazi importanti si aprono, in particolare per una ricerca etica significativa che articoli l’orizzonte disegnato dalla Laudato si’ in riferimenti per la vita personale e comunitaria.

 

Simone Morandini è vicepreside dell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino e membro del Comitato esecutivo del Segretariato attività ecumeniche (SAE). Ha scritto Cambiare rotta. Il futuro nell’antropocene, EDB, Bologna 2020.

Lascia un commento

{{resultMessage}}